Edilizia: cosa sta succedendo al settore

Tra bonus, aumento dei prezzi delle materie prime, controlli dell'Autorità Giudiziaria e truffe, la filiera dell'edilizia continua la sua corsa, ma con dei rallentamenti
Dall’ecobonus agli incentivi per la ristrutturazione degli edifici esistenti, fino a quello per la demolizione e il riutilizzo di spazi precedentemente occupati da edifici dismessi. Queste agevolazioni fiscali, introdotte negli ultimi anni, hanno generato una spinta propulsiva all’interno della filiera dell’edilizia. A questo ventaglio di possibilità sostenute dallo Stato, a partire dal luglio 2020 è entrato in vigore poi anche un altro sostegno: il Superbonus 110%, che sarà poi prorogato a tutto l’anno in vigore con la Legge di Bilancio 2022.
Inizialmente visto con scetticismo da molti, per i criteri di ammissione richiesti, il nuovo sistema di incentivi fiscali ha suscitato fin da subito un interesse notevole nella popolazione, fino ad arrivare ad oggi ad un punto di quasi saturazione, nel quale la filiera si trova ad essere rallentata da burocrazia, fermi imposti dall’autorità giudiziaria per sospetti di frodi, rincaro delle materie prime.
La questione delle materie prime
Materiali come rame, ferro, acciaio, hanno registrato aumenti fino all'80%, ma anche l'alluminio seppur con rincari meno importanti (circa 20%), e il polietilene espanso (+30%).I materiali per l'edilizia spingono così i prezzi alle stelle, anche e in particolare per chi pensava di realizzare il cappotto termico, o a chi voleva ristrutturare l'abitazione, costringendo a ripensamenti e a revisionare le spese.
Gli aumenti, va detto, vanno ricondotti alle restrizioni dovute alla pandemia da Covid 19, che hanno portato frenate agli impianti di fabbricazione in tutto il mondo: la conseguenza è stata quella di una diminuzione dell'offerta a fronte di una domanda sempre maggiore che ha fatto lievitare i prezzi.
I lavori hanno registrato un’accelerata talmente repentina, mostrando un accenno molto positivo di ripresa economica, che ha svelato anche alcuni lati scuri della medaglia, tra cui, come si diceva, gli episodi di truffe e frodi nel meccanismo della cessione del credito.
Cessione del credito e frodi
Negli scorsi giorni si era parlato di una cifra attorno ai 4,4 miliardi di euro, resi noti dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che si è espresso così:
Le prime cessioni e gli sconti in fattura comunicati all’Agenzia attraverso l’apposita piattaforma sono stati quasi 4,8 milioni, per un controvalore complessivo di oltre 38,4 miliardi di euro. Su questi numeri si è innestato il meccanismo fraudolento, gravi irregolarità connesse alla creazione, anche da parte di organizzazioni criminali ramificate su tutto il territorio nazionale, di crediti d’imposta inesistenti per importi di vari miliardi di euro che, dopo articolate concatenazioni di cessioni a società e persone fisiche interposte, sono stati in parte monetizzati presso istituti di credito o altri intermediari finanziari.

Di questi 4,4 miliardi, 2,3 sono ora oggetto di sequestri preventivi da parte dell’Autorità Giudiziaria, e, come segnala il presidente dell’Ance Giovani in un’intervista a LA7, “la grande maggioranza delle truffe è relativo al Bonus Facciate.”
Anche Riccardo Fraccaro del M5S ha rimarcato la responsabilità del bonus facciate:
Il 46% delle frodi registrate sulle cessioni dei bonus fiscali riguarda il bonus facciate, il 34% l'ecobonus, il 9% il bonus locazioni/botteghe, l'8% il sismabonus e il 3% il Superbonus: questi sono i dati ufficiali trasmessi e citati dal direttore dell'Agenzia delle Entrate.
Le risposte della politica
Sulla questione del Superbonus, tra fattori positivi e negativi dello strumento, si è recentemente espresso il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, in un’intervista al Corriere della Sera:
Stiamo mettendo un sacco di soldi sull'edilizia che, per carità, può aver avuto senso sostenere nella fase più dura della pandemia e di certo contribuisce chiaramente alla crescita. Ma ora droghiamo un settore in cui l'offerta di imprese e manodopera è limitata. Stiamo facendo salire i prezzi e contribuiamo all'inflazione
Una posizione espressa a seguito dell’intervento del ministro dell’Economia Daniele Franco, che ha spiegato come “il settore sta giovando dei bonus ma non bisogna pensare che senza di questi l’edilizia non funzionerebbe.”
A questo scenario si è aggiunto anche un aumento delle imprese edili che, se da una parte riflette una buona predisposizione degli italiani all’investimento, dall’altra rivela anche la possibilità che tra queste si celino imprese non specializzate o comunque senza esperienza nel settore.
Sul tema della sicurezza sul lavoro il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, ha chiarito in questi giorni che “per ottenere le agevolazioni fiscali, imprese edili dovranno applicare i contratti collettivi nazionali di lavoro che prevedano norme sulla sicurezza dei lavoratori.”
Questo punto è stato inserito nella norma approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 18 febbraio e che ha dato il via libera alle tre cessioni per i crediti dei bonus edilizi.
La corrispondenza fiscale e contrattuale sarà verificata dall’Agenzia delle Entrate che si avvarrà dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, dell’INPS e delle Casse Edili.